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lunedì 23 luglio 2012

Idealservice vuole le nostre opinioni


Mi è molto piaciuto un recente commento di Pippo:
Secondo me il “Mugugnando a Bogliasco” serve soprattutto a discutere dei nostri piccoli problemi quotidiani che potrebbero benissimo essere risolti con un po’ di buona volontà da parte di tutti.
E mi ha dato lo spunto per discutere di un argomento quasi inedito: la raccolta differenziata porta a porta.
Questo preambolo un po’ stucchevole ha solo lo scopo di segnalare che la Idealservice ha organizzato sull’argomento un sondaggio che, dopo alcune domande per individuare le caratteristiche dell’intervistato (comune di residenza, fascia di età, sesso, titolo di studio, professione) continua come si può leggere in calce al post.

Francamente la considero una iniziativa positiva e invito tutti i residenti a Bogliasco, Pieve o Sori a partecipare.

Ciò che non mi ha convinto è che non ci sia la possibilità di dare risposte a testo libero perché, anche se ovviamente sarebbe stato molto più complesso analizzarle, non avrebbe costretto a rispondere alla fondamentale domanda:

Per migliorare la differenziazione dei rifiuti ritiene utile: 

potendo solo scegliere tra le seguenti alternative:

  1. Aumentare il controllo e le sanzioni per chi non separa i rifiuti
  2. Maggiori informazioni attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini; sono quindi disponibile a impiegare parte del mio tempo per saperne di più
Senza avere la possibilità di dare alcun suggerimento che riguardi le modalità con cui Idealservice svolge l’attività e dando per assodato che tutti i problemi dipendono dalla negligenza dei cittadini da punire (prima risposta) o educare (seconda risposta).

Alcune domande mi sembrano piuttosto forzate e l’eventuale utilizzo delle risposte per fini statistici abbastanza strumentale. Ad esempio mi riferisco alle due domande seguenti: 
1) 
L’abbandono dei rifiuti sul territorio comporta un onere di pulizia non previsto, che ricade sulle bollette di tutti. Considerato ciò, ritiene giusto multare chi abbandona i rifiuti sul territorio?
Ma non è previsto dal regolamento che i sacchetti contenenti il secco residuo vengano abbandonati sul territorio accanto agli altri cassonetti, in giorni prestabiliti?  

2)
Vorrebbe tornare alla raccolta del rifiuto indifferenziato con cassonetto stradale anche se questo comporta la non differenziazione del rifiuto, con conseguenti danni all’ambiente, e porterebbe ulteriori aumenti della bolletta Tarsu?
D’accordo riguardo ai danni all’ambiente, argomento sufficiente a mio parere per non tornare alla raccolta indifferenziata, ma perché aggiungere il ricatto economico della minaccia dell’aumento della TARSU giocando sull’equivoco tra raccolta differenziata e raccolta porta a porta?

Se mi permettessero di esprimere compiutamente il mio parere direi che condivido la raccolta differenziata ma continuo a non essere completamente convinto dalle modalità con le quali viene gestita la raccolta porta a porta per frazione organica e secco residuo.

Non sarebbe mia intenzione tornare alle vecchie modalità della raccolta dei rifiuti ma mi piacerebbe che il nuovo sistema fosse migliorato tenendo conto di suggerimenti “veri” da parte dei concittadini.

giovedì 5 luglio 2012

Legamabiente chiarisce

Ho letto sul blog alcuni commenti che esprimevano dubbi riguardo l’attendibilità dei test effettuati da Goletta Verde come, in particolare, il seguente:
Sia i comunicati stampa,sia i prelievi e gli esami fatti dai biologi di Legambiente/Goletta Verde sono autoreferenziali finche' non sono certificati da un ente terzo quale l'ARPAL od un laboratorio universitario.
Se Goletta Verde e Legambiente dicessero che non si puo' mangiare il pesce pescato al largo di Bogliasco ? Spero che a qualcuno non certo a Mr. Green W.A.,venga qualche dubbio!
Ho ritenuto, perciò, di contattare Goletta Verde/Legambiente per avere chiarimenti in merito e il Coordinatore Regionale di Legambiente, Santo Grammatico, mi ha riservato la cortesia di scrivere quanto segue:
“Le analisi dei tecnici di Legambiente vengono effettuate secondo il dlg 116/2008 e vengono svolte a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).
L’Arpal, ossia l’ente istituzionale cui i sindaci devono fare riferimento per produrre le eventuali ordinanze che vietino la balneazione, non certifica alcun dato, ma ci affianca durante le conferenze stampa in cui consegniamo ai mass media i nostri dati. Questa modalità viene seguita da anni (quest’anno in data 25 giugno era presente la Dott.ssa Marina Molina, della Direzione Scientifica Arpal, responsabile Settore Attività di Laboratorio, Campionamento e Misura) e non abbiamo mai avuto discordanze nella lettura complessiva dei campionamenti, in quanto è dato evidente che le foci dei nostri fiumi e torrenti siano interessate, ancora oggi purtroppo, da scarichi abusivi di origine fognaria. In sintesi il nostro ruolo è quello di immedesimarsi nei bagnanti che alle foci di fiumi e torrenti in una data ora di un dato giorno possono venire a contatto con l’acqua del punto analizzato, senza alcuna pretesa di sostituirsi agli organismi deputati al controllo.”
Premesso che non comprendo come possa l’Arpal non imporre ai Comuni il divieto di balneazione dove condivida, anche se non certifichi, il livello di forte inquinamento del mare, penso che il commento più appropriato sia quello del 27 giugno delle 15.12:
Tutti i prelievi e le analisi delle acque marine devono essere sempre ben certificate con giorno,condizioni meteomarine (vento,marea,correnti etc.etc) e poi devono essere certificate da un chimico o da un biologo e poi essere confrontate con le analisi dell'Arpal.Ora che la foce del Rio Poggio non sia salubre e' un fatto datato da quando il torrente all'altezza del ponte romano era attraversato da un tubo della fogna che ogni tanto si rompeva e rilasciava i liquami in quella zona;quanto al rio Poggio scarica a mare i liquami delle case collinari non collegate bene alla fogna comunale per cui dai tempi del pediatra dott.Giovenco fino all'attuale pediatra Dott.Raspino gli eritemi erano e sono all'ordine del giorno per chi passa le giornate al mare alla foce del Rio Poggio.Dove fare i bagni quest'estate? Forse la zona meno peggio resta quella de la Fontana oppure agli scali Chiappa e Demola di Pieve Ligure.
La mia riflessione è: perché non è stata investita una frazione di quanto speso per l’ascensore accanto la galleria sull’Aurelia per individuare ed eliminare gli scarichi abusivi causa di questa incresciosa situazione?