Per chi non sa spiegarsi come certe cose siano potute accadere a Bogliasco, ecco l’articolo pubblicato l’anno scorso su il Secolo XIX on-line (notare l’omonimia tra la “preziosa” collaboratrice in Genova Parcheggi e la componente del Consiglio Direttivo della defunta Rari Nantes):
Genova parcheggi, valzer di assunzioni e stipendi d’oro
21 gennaio 2015 Daniele Grillo
Genova - Agli occhi degli amministratori pubblici che hanno governato la città da metà anni Novanta ad oggi, Genova parcheggi è sempre stata la società “sana” dentro la quale far confluire lavoratori di troppo in altre società della galassia partecipate. Per i poteri - e non solo politici - dominanti, invece, la spa di Blu area è stata anche uno straordinario serbatoio di posti di lavoro.
Ma i tempi sono cambiati, negli ultimi cinque anni la domanda di parcheggi a pagamento è calata del 30% e la società inizia a manifestare, insieme alle prime sofferenze, anche gli evidenti limiti dell’“hardware”: troppi stipendi da pagare (154), e dirigenti “pesanti” non tanto nel numero, quanto nell’entità delle buste paga. Claudio Gavazzi, direttore generale, guadagna 154 mila euro l’anno, mentre gli altri due capi, Franco Schena e Sonia Ferraresi, portano a casa 115 mila euro ciascuno (cifre lorde). Numeri da capogiro, se raffrontati alla grandezza della società e ai trattamenti economici di pari grado in realtà pubbliche più grandi.
Ma quando fu fondata e chi la volle, la società che oggi gestisce il sistema Blu area, le Isole azzurre, le zone a traffico limitato e il car e il bike sharing? Nacque nel 1995, e fu lo stesso Gavazzi, chiamato dall’allora assessore al Bilancio della giunta Sansa, Luigi Luzzati, a porre le basi della nuova avventura. Amministratore delegato di Casacca spa, la società privata che gestiva un porticciolo turistico davanti a piazzale Kennedy, al momento della cessione all’allora ente Fiera trattò non solo il proprio stipendio e il proprio ruolo all’interno della nuova spa comunale, ma anche la possibilità di portare con sé la sua collaboratrice in Casacca, Sonia Ferraresi.
La Ferraresi, ultrà storica della Sampdoria, entra in Genova parcheggi nel ‘96, in qualità di segretaria. È lei a invitare altri esponenti della tifoseria blucerchiata a fare domanda per lavorare in Genova parcheggi. Ne arrivano diversi, dal ‘97 in poi, tra cui il capo ultrà storico, Vincenzo Tirotta, oggi apprezzato funzionario. Lei, Ferraresi, compie un percorso invidiabile, arrivando nel 2008 a ricoprire il ruolo di dirigente. Prima, siamo nel 2000, i dipendenti vicini al mondo Samp fanno conoscere Gavazzi a Enrico Mantovani, allora patron del club. E così il fondatore della spa delle zone blu passa alla Sampdoria. Un’esperienza di due anni, al termine della quale il manager ritorna al timone della sua creatura.
Che nel tempo cresce e cambia pelle, rispetto al progetto degli esordi. La politica è presente, troppo presente, e dopo averle appaltato una fetta consistente di spazio pubblico da vendere come parcheggi a rotazione o per residenti, la usa come contenitore per lavoratori in esubero. In 36, a metà degli anni Duemila, arrivarono da Ami, la bad company creata - e poi liquidata - per far sì che un privato potesse considerare l’idea di acquistare Amt, inguaiata da un passivo ormai insostenibile. Altri lavoratori, prima, la società dovette assorbirli dalla cooperativa alla quale “sottrasse” la gestione dei primi park a pagamento. Gli ultimi ingressi forzati soltanto l’anno scorso, con l’arrivo di due dipendenti Fiera. E così oggi i costi fissi della società, al 90%, sono rappresentati dai salari.
Lo stesso giorno, anche la copia cartacea dava grande rilievo all'argomento.
In particolare è interessante il corsivo:
STIPENDI FARAONICI, RISULTATI IMBARAZZANTIUn commentatore si chiedeva quale sia il capitale sociale di ASD Bogliasco 1951.
Genova parcheggi denuncia un passivo milionario. Come mai?
Nel post alluvione, con ammirevole liberalità, non ha fatto pagare la sosta nei quartieri invasi dal fango.
Ora si trova alle prese con un buco di bilancio e con i bilanci non si scherza.
Peccato che, nell’ultimo bilancio di Genova parcheggi, ci siano voci che hanno davvero il sapore di uno scherzo.
La società che per conto del Comune gestisce i parcheggi a pagamento della città incassa 13 milioni all’anno ma a Palazzo Tursi ne versa solo tre. Possibile? Possibilissimo se si tiene conto dello stipendio faraonico dei suoi tre dirigenti (678 mila euro lordi per non si sa quali strategie aziendali: decidere dove mandare i controllori?), dei mille euro settimanali investiti in relazioni pubbliche (decisamente mal spesi a giudicare dalla simpatia che l’azienda suscita fra i cittadini) e dei ben tremila, sempre ogni sette giorni, spesi in studi e consulenze.
Consulenze per che cosa? Per tirare dritte le linee azzurre, blu, bianco-blu dei posteggi?
L’assessore Dagnino dice che è tutto in regola.
Il sindaco Doria, al solito oberatissimo, è in altre faccende affacendato.
Come uscirne? Si potrebbe chiedere una consulenza.
Magari a un automobilista genovese qualunque.
Scommettiamo che sarebbe gratis.
A me piacerebbe sapere chi fa parte del suo Consiglio Direttivo,,,