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venerdì 11 marzo 2011

L'ospedale ammazzato

Oggi, a Recco, si è tenuto il “funerale” dell’Ospedale che era stato inaugurato nel 2004.
Ho poco da aggiungere all’articolo pubblicato su Levante News che si può leggere sotto.
L’unica mia riflessione è che se la sanità è la cosa più importante di cui deve occuparsi la Regione, evidentemente il Governatore Burlando la gestisce come guida la propria autovettura: contromano sullo svincolo autostradale.




 Recco: ai funerali dell’ospedale elogiando l’estinto
E’ durato oltre un’ora e mezza, questa mattina, il “funerale” all’ospedale di Recco che non accoglie più pazienti, chiuderà i battenti mercoledì 23 ed a cui starebbero già smantellando radiologia. E pensare – ricorda un medico – che avevano promesso di installare la risonanza magnetica. La “bara”, portata a spalle da alcune signore a lutto, era seguita dal sindaco di Recco Dario Capurro, dal collega di Avegno Giuseppe Tassi e da Vito Gedda, presidente del Consiglio comunale di Camogli, tutte e tre con la fascia tricolare a simboleggiare l”ufficialità dell’iniziativa.
Inoltre erano presenti il consigliere delegato di Recco Paolo Badalini, il coordinatore cittadino del Pdl Giovanni Carbone, medici e personale paramedico già o ancora dipendenti dell’ospedale, rappresentanti dei Quartieri e delle associazioni di volontariato come l’Avo e la Croce Verede. Il funerale, scortato da vigili urbani e carabinieri, ha effettuato qualche sosta nei punti strategici creando lunghe code, ma senza suscitare alcuna protesta. Dal corteo si sono spesso levati slogan di dissenso indirizzati alla Regione ed in particolre: “Vergogna, vergogna, verogna”. Come sempre accade in queste circostanze, i presenti hanno detto un gran bene dell’estinto, elogiandone le caratteristiche .
Soprattutto, anche tra chi assisteva al passaggio del “feretro”, la domanda era: “Ma ora in caso di necessità, dove andiamo? E non c’è risposta. Il Golfo Paradiso non ha un punto di riferimento e non sa se, dovendo ricoverarsi, dovrà fare riferimento ai tre poli ospedalieri del Tigullio o a quelli del Ponente genovese. Il disagio non sarà tanto del paziente, quanto dei familiari, specie se anziani, che dovranno andare a trovarlo, portargli i cambi, magari imboccarlo. Anche perché, in ogni caso, i collegamenti sono sempre più incerti. Anche su questo punto la Regione non ha dato alcuna indicazione; così come il personale non sa ancora dove sarà trasferito.
Mentre i “resti” dell’ospedale andavano simbolicamente a riposare accanto a quelli del nosocomio camogliese, le domande sul futuro dell’edificio, eretto grazie ai lasciti dei beneffattori. Alla gente non interssa diventi una clinica o un pensionato di lusso in mano a privati per ospitarvi “forest” milionari. La gente vuole che l’edificio resti al servizio della città. “E’ incredibile il fatto – osservava una signora – che  non siano presenti  consiglieri regionali che alla vigilia elettotale erano qui a far sorrisi e chiedere voti”.

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