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lunedì 12 dicembre 2011

Il governo Napolitano-Monti e il Natale

Ho deciso di eliminare dal blog il sondaggio riguardante l’Area Metropolitana che avrebbe potuto sostituire la provincia di Genova perché il nuovo governo ha talmente svuotato le prerogative dell’ente intermedio che l’ha praticamente soppresso per decreto.

In realtà si tratta solo di una scusa per attaccare discorso e manifestare il mio disappunto nei confronti della manovra messa in atto dal governo “tecnico”.

Ho usato un eufemismo ma in realtà mi sento come il protagonista di “Quinto potere” di Sidney Lumet e anch’io vorrei gridare “sono incazzato nero” e invitare tutti a fare altrettanto.



Avrei preferito un governo uscito da un ribaltone perché sarebbe stato realizzato da parlamentari eletti, tramite una legge di merda, sicuramente dei voltagabbana, ma pur sempre eletti.

Invece la coppia Napolitano – Monti ha messo insieme questa accozzaglia di banchieri cinici.

A proposito del Presidente, già nel 1956 aveva espresso la sua opinione riguardo il salvataggio di un paese con la bandiera tricolore quando disse:
l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.
Spero ardentemente che questa volta la Storia non lo sputtani come in quell’altra occasione.

Su Monti cosa dire oltre al fatto che, come il nuovo primo ministro greco Papademos, è un membro del Gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale (altro che la P2)?
 

 
Il problema è che si sono realizzate le parole profetiche recitate da Gaber : «Al punto in cui siamo, non resta che affidarsi a una figura autorevole e competente, forse un tecnico. Magari di destra appoggiato dalle sinistre».


 
Perciò le destre non si lamentano più di tanto perché vedono realizzate le riforme che non avrebbero mai potuto fare, mentre le sinistre che hanno osannato il nuovo governo perché ha tolto di mezzo Berlusconi non possono certo rimpiangere pubblicamente l’ex premier.

La mia speranza era Passera semplicemente perché, essendo stato accreditato come candidato premier alle prossime elezioni, mi illudevo che limitasse i danni per rincorrere un minimo il consenso popolare.
Purtroppo non è così.

Il meglio lo sta dando la ministra piagnona Elsa Fornero: siamo passati dal Caimano alle lacrime di coccodrillo.
E’ sempre emozionante vedere un potente che diventa triste mentre ci caccia nella melma.
Dovremmo porgere l’altra guancia (o forse un’altra parte del nostro corpo) col sorriso sulle labbra per non rattristarla ancora di più.


A fronte di una manovra finanziaria devastante i sindacati come reagiscono? 
Organizzano uno sciopero di 3 ore a fine turno! 
Non oso pensare quali sarebbero state le reazioni se le stesse decisioni le avesse prese il Berluska il quale, peraltro, perde un’altra buona occasione per tacere quando afferma che in generale gli italiani sono “benestanti”.

Faccio un piccolo riepilogo delle iniziative previste e può anche darsi che ne dimentichi qualcuna:
  • Aumento inaudito e senza precedenti del costo dei carburanti (non c’è solo il problema della spesa alla pompa per ciascuno di noi ma, soprattutto, del fatto che tale aumento si trasformerà in un aumento generalizzato di tutte le merci trasportate su gomma);
  • Aumento dell’IVA di due punti percentuali con aumento generalizzato del costo di quasi tutti i beni di consumo;
  • Rpristino dell’ICI (si chiamerà IMU, Imposta Municipale Unica) anche per la prima casa abbinato alla rivalutazione della rendita catastale dell’immobile;
  • Mancata indicizzazione di tantissime pensioni che quindi non “godranno” nemmeno dell’insufficiente adeguamento ISTAT;
  • Pensioni calcolate con il sistema contributivo invece che retributivo per tutti i nuovi pensionati (importo della pensione sensibilmente più basso).

Naturalmente la risposta del nuovo Governo alle critiche è che non se ne poteva fare a meno e che non si poteva fare diversamente.
 

Non concordo né su una affermazione né sull’altra.

Ci hanno stordito con la storia che il nostro Paese non può sopportare la crescita dello spread cioè della teorica differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi legata al prezzo di acquisto e vendita tra investitori di titoli di stato emessi in precedenza.
 

Concordo sul fatto che tassi troppo alti sull’immenso debito nazionale sono difficilmente gestibili però:
  • I titoli di stato non vengono pagati dall’Italia in base agli spread ma al tasso fissato al momento dell’asta di emissione (costantemente più basso di quello teoricamente calcolato in base allo spread)
  • Il debito dello Stato viene ricoperto con tante aste che si ripetono nel corso dell’anno ed ognuna ha la sua storia (la costante, anche durante le ultime aste, è che la richiesta dei titoli di stato italiani è sempre elevata)
  • Per i motivi suddetti non è vero che se lo spread un giorno è particolarmente alto ciò influenzi automaticamente le uscite dello Stato
  • Cosa possiamo farci se gli speculatori preferiscono perderci scambiando titoli di stato italiano a prezzi bassi influenzando negativamente lo spread?
  • Che dire della Germania che emette i propri titoli di Stato a tassi talmente bassi che la domanda è minima e il maggiore acquirente è la Banca Nazionale tedesca rendendo ancora più evidente la differenza tra i tassi? 
La cosa che non accetto assolutamente è che non si potesse fare altro.

Ecco alcuni suggerimenti ai “tecnici”:
  • Perché non esentare l’IMU sui primi 100 metri quadrati di ogni prima casa contrastando seriamente le finte prime case? Tutto sommato non sarebbe difficilissimo verificare se sono veramente abitate con continuità soprattutto le prime case dove, secondo l’Anagrafe comunale, risulta risiedere una sola persona fisica;
  • Il Cardinale Angelo Bagnasco ha affermato la disponibilità a discutere riguardo all’IMU su alcuni immobili della Chiesa Cattolica (bontà sua, ai comuni mortali non è stata chiesta la loro disponibilità): perché non prenderlo sulla parola e, magari, dare anche un’occhiata agli immobili di altre associazioni come i Sindacati ma non solo?
  • Mi risulta che alcune professioni e i dipendenti di alcuni enti non siano stati toccati dalla riforma delle pensioni (ad esempio sto pensando ai giornalisti e ai dipendenti della Banca d’Italia): perché non rimediare alla dimenticanza?
  • Perché non attraversare il confine a Chiasso e proporre alle autorità elvetiche di firmare un accordo analogo a quello che la Svizzera ha firmato con Germania o Gran Bretagna che prevede un’imposta secca sul capitale detenuto in Svizzera (tra il 20 e il 34% della somma) e una tassazione futura degli interessi pari a quella applicata nel paese di residenza, in Italia il 20%? Considerando che i capitali italiani in Svizzera sono pari ad una cifra compresa tra 130 e 200 miliardi di euro circa, la tassa potrebbe fruttare da 26 fino a 70 miliardi, mentre dalla tassazione dei rendimenti potrebbero arrivare nelle casse dello Stato italiano circa un miliardo di euro ogni anno.
Volutamente non ho ancora parlato della decisione di costringere i lavoratori italiani a restare in servizio fino almeno a 66 anni.

Una decisione di questo tipo dovrebbe essere avversata soprattutto dai datori di lavoro perché, compatibilmente con il tipo di attività svolta, il lavoratore può anche accettare di lavorare più a lungo, rassegnandosi al fatto che i figli non entreranno mai nel mondo del lavoro e che dovrà mantenerli per sempre, ma il problema è per il padrone che deve tenere a libro paga qualcuno che costa almeno il doppio e rende la metà di un neoassunto.

Invece la signora Marcegaglia, presidente della Confindustria, che nella sua azienda appena può si libera degli over 50, è entusiasta.

Evidentemente è stata rassicurata sul secondo passo del programma di questo bel Governo: la “flessibilità” in uscita dal lavoro.

La prospettiva per l’Italia è quindi quella di avere una ampia fascia sociale dai 55 ai 66 anni di disgraziati senza lavoro e senza pensione: una meraviglia.


A chi ha ancora voglia di festeggiarlo, dedico una delle più belle canzoni italiane dedicate al Natale.
 

Tanti auguri a tutti! 

15 commenti:

  1. Ieri “Il Sole 24 ore” ha pubblicato il seguente articoletto, ovviamente ignorato da tutti i mass media, che dimostra molto bene quali siano le reali conseguenze dei tassi alti sui titoli di stato italiani e quanto sia terroristico dichiarare l’ineluttabilità di una manovra economica che sfascerà lo Stato sociale in Italia (per chiarezza la Banca dei Regolamenti Internazionali ha nel suo board personaggi come Ben Bernanke, Mario Draghi e Ignazio Visco):
    L'Italia «dovrebbe essere in grado di sostenere rendimenti elevati» sui propri titoli di Stato «per un certo tempo, a condizione di mantenere l'accesso al mercato». Lo sostiene la Banca dei regolamenti internazionali in una pubblicazione dedicata alla crisi dei debiti sovrani dell'area euro in cui si sottolinea che «considerata la vita residua media relativamente lunga del debito italiano (7 anni), occorrerebbe molto tempo prima che i rendimenti elevati si traducessero in costi aggiuntivi significativi per il servizio del debito».
    «Se la curva dei rendimenti osservata il 9 novembre (quando è stato toccato il record del 7,48%, ndr) si mantenesse per tutto il 2012, il costo annuale aggiuntivo - osserva la Bri - ammonterebbe allo 0,95% del Pil del 2010. Anche lo scenario più pessimistico utilizzato nella simulazione dovrebbe perdurare per almeno tre anni perché i costi aggiuntivi annuali superino il 2% del Pil».

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  2. Chissà quale sarà l'aliquota dell'IMU a Bogliasco...

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  3. Burlando alla vigilia della manovra finanziaria ha promesso che non aumenterà di un centesimo le tasse e l'Irpef regionale rimarrà invariata. Vedremo se sarà la solita promessa di Pinocchio o se sarà di parola.

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  4. Don verzè ai caraibi con i soldi dei c.....i che credono ancora nella "chiesa".

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  5. Ma pensate alla salute che è la cosa più importante invece di pensare sempre ai sti cavolo di soldi

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  6. Non vi è dubbio. Ma la salute è spesso sempre più un problema di soldi.

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  7. Il pannello pubblicitario di bogliasco è stupendo, indica le attrattive del paese e potrebbe anche fruttare qualche soldino al comune. Ottima idea.

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  8. Quando sapremo quanto è costato potremo valutare quanti spot pubblicitari saranno necessari perchè cominci a "fruttare qualche soldino" alla comunità.
    Anche perchè non credo che il suo scopo sia quello di fornire una alternativa alle affissioni sui muri.
    O forse sì, perchè in effetti non mi viene in mente alcun altro motivo plausibile, così nascosto dietro alla palma e visibile percorrendo l'Aurelia in una sola direzione.
    Secondo me, se l'intenzione era quella di pubblicizzare vistosamente qualche evento o iniziativa di Bogliasco, sarebbe stato preferibile continuare ad affiggere manifesti di grandi dimensioni a Nervi lungo L'Aurelia o in Corso Europa.

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  9. Con queste inutili litanie pensate che un politico sia meglio di un altro, che una parte predichi bene mentre l'altra razzoli male. Invece sono tutti uguali, emeriti parassiti..

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  10. Hai ragione, e infatti zitti zitti non si sono tolti un centesimo e continuano ad essere un esercito fra parlamento e vari enti. Che schifo..

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  11. feb16 Approfittava del suo potere per approfittare delle donne che gli stavano intorno... In città ne parlavano tutti. Ora lo sa anche la magistratura... Le avances dell’ex sindaco rosso
    e le silenziose donne di Gubbio
    di Alessandra Arachi


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    C’era una volta Gubbio la Rossa, hanno titolato i giornali in questi giorni. Ma a dispetto dell’incipit, la storia non ha certo i contorni di una favola. E adesso che a Gubbio la magistratura ha decapitato i vertici di Rifondazione comunista, c’è una domanda che sorge spontanea: le donne dov’erano in tutti questi anni?

    Già, perché la storiaccia giudiziaria di Gubbio la Rossa passa tutta per le vicende umane di Orfeo Goracci, l’ex-sindaco di Rifondazione che a Gubbio ha governato indisturbato per un decennio, fino allo scorso anno. Generando un clima di intimidazione, sostiene l’accusa. Ma, soprattutto, approfittando del suo potere per approfittare delle donne che gli stavano intorno. Secondo il più antico dei cliche’ maschilisti: o ci stai o sei tagliata fuori.

    Non era un mistero il comportamento di Goracci, fra le mura eugubine. Anzi. Lo sapevano tutti. Ne parlavano tutti. Marito e padre di una figlia adolescente, di Orfeo Goracci era praticamente l’intero paese a vociferare. A vociferare del suo sport preferito: le avances. Chi si è opposta alle sua attenzioni, ha pagato. Come ha raccontato ai giudici un’ausiliaria del traffico del comune, una storia di molestie vissute e respinte, sulla sua pelle.

    L’ausiliaria per fare quella denuncia ha avuto coraggio. Ma non ha trovato sponde, da nessuna parte. A quanto pare, è stata lasciata sola.

    Dov’erano le donne di Gubbio la Rossa?

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    1. Non capisco, cosa c'entra Gubbio?

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    2. Appena lo spread ha accennato a dimiuire, i ruffiani del sistema hanno subito osannato Monti e i suoi.
      Ora lo spread torna a salire.
      Per coerenza (ma i ruffiani non sono mai coerenti!) si deve ammettere che Monti ha fallito.
      La verità è semplice: nessuna crisi si è mai rislta saccheggiando il risparmio privato per finanziare il debito pubblico.
      I blitz della Guardia di Finanza, la persecuzione fiscale delle seconde case, la caccia alle auto di lusso ed alle barche serve solo a far scappare la ricchezza dall'Italia. I porti turistici della Croazia e della Francia sono pieni di barche italiane e la nostra cantieristica non esiste più. L'edilizia viveva degli extracomunitari, ora stanno tornandosene a casa loro. Da tutta l'Europa sono calati i commercianti di auto che comprano a prezzi stracciati le auto di lusso di cui gli italiani si devono disfare per evitare di essere taglieggiati dal fisco.
      Forse non ve ne siete accorti, ma l'art. 18 è una farsa. Serve solo a garantire i privilegi dei sindacalisti nelle aziende pubbliche.
      I privati delocalizzano!
      Non gliene frega niente della giusta causa o dei motivi economici! Vanno in Croazia, dove pagano i 12% di tasse dopo cinque anni o in Svizzera (dove hanno tutti i permessi in due mesi e pagano il 20% di tasse) come ha fatto la Fiocchi di Brescia e tanti altri e gli oerai possono andare in Svizzera e sennò si licenzino.
      Monti ha avuto il mandato di derubare il ceto medio per mantenere la casta dei politici, dei pubblici ammistratori e dei dipendenti pubblici, infatti non ha fatto niente contro i loro privilegi.
      E' la stessa operazione che fece Castro a Cuba e tutti sanno come è finita.
      Ma, la storia dimostra che, quando i cittadini sono ridotti alla fame, non servono a niente i croissants.

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  12. Concordo sull'analisi ed il fatto che a fine febbraio l'albergo di Salice dov'ero aveva un -25% di presenze e'significativo di come la crisi colpisca il ceto medio in quanto il "ricco" va a Courmayeur dove ha la villa o villetta ed il povero rinuncia oggi come rinunciava ieri e l'altroieri.Se il ceto medio va in vacanza gli alberghi assumono personale mentre se il ceto medio va meno in vacanza le strutture turistiche ridurranno il personale che non e' coperto dal MITICO articolo 18 che funziona alla IREN,Amiu,Aster ed altri baracconi pubblici come le Ferrovie,AMT &C.

    I blitz della Guardia di Finanza sono solo spettacolo in quanto basta fare controlli incrociati delle persone in ufficio e poi andare a pizzicare che risulta all'anagrafe ma non all'Agenzia delle Entrate od almeno con dichiarazioni non congrue al suo tenore di vita e tutto diventa piu' semplice a differenza della scena che ha fatto andare di traverso la cena di mercoledi scorso al Ristorante Ippogrifo quando la Finanza ha fatto un controllo simile ad un blocco stradale e poi vedremo se sara' servito a qualcosa!

    Il Governo Monti con la favola della caccia al RICCO,portera' a far scendere di tre gradini la scala sociale del ceto medio italiano,con l'aumento dell'IVA aumentera' la recessione e del MITO della CRESCITA ne sentiremo parlare tra dieci anni in quanto e' facile di CRESCITA ma ocorre dire in quali settori.

    Con questi chiari di luna il quarantennale progetto del Fondovalle si fermera' per mancanza di ordine sulla carta,quelli che sono da sempre il motore dell'edilizia anche perche' alcuni foresti hanno capito che ,essendo il 30% degli immobili a titolo compensazione per gli ex proprietari dei terreni,essendo l'impresa un soggetto imprenditoriale e non una ONLUS,significa che chi acquistera' una casa paghera' un 30% in piu' del prezzo del libero mercato in Liguria per compensare i proprietari dei terreni visto che l'impresa prima deve incassare e poi dare gli immobili a coloro che hanno ceduto terreni che non valevano nulla e di questi tempi di tonni ne girano sempre meno visto che tra un anno vedremo almeno 100 appartamenti (moltissime seconde case) in vendita a Bogliasco e nelle altre localita' della Riviera di Levante.

    Concludo dicendo che gli effetti del governo Monti il ceto medio li assaporera' presto quest'anno ma dovra' digerirli il prossimo anno e negli anni a venire e rischia di fare come i cliente della colonia Arnaldi che non mangiando non cagano neppure e cosi' il ciclo dei rifiuti liquidi se ne avvantaggia.
    Auguri ai tanti sostenitori del governo Monti che non vogliono vedere il futuro.....

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  13. La combricola che compone il governo tecnico si amplia e sparla di recuperare qualche soldo tramite la “spending review”.
    invece non prende nemmeno in considerazione di fare lo stesso accordo già fatto da Gran Bretagna, Germania e ora Austria con la Svizzera riguardo ai capitali di residenti italiani depositati presso istituti bancari svizzeri che potrebbero portare decine di miliardi una tantum ed un flusso costante annuale di svariate centinaia di milioni.
    Fino ad ora la scusa era che temevano reprimende dall’Unione Europea ma la novità documentata da Il Fatto (Nelle banche svizzere, i cinquanta miliardi che Monti non vuole) e da Il Manifesto (Conti nelle banche svizzere Ok dell'Ue, l'Italia dice no) è che il commissario alla fiscalità Algirdas Semeta ha accertato la compatibilità degli accordi suddetti con il diritto comunitario.
    E allora perché i “tecnici” non si sono ancora mossi?
    Temo che il motivo risieda nell’origine “bancaria” di molti ministri.
    Su di un sito ho letto infatti che le banche italiane sono contrarie all’accordo perchè consentirebbe alla Svizzera di continuare ad attrarre capitali esteri, garantendo l'efficienza e l'anonimato: anche se non più la protezione dalle imposte.
    Uno dei vantaggi previsti dagli accordi, infatti, è la possibilità degli istituti bancari elvetici di accedere direttamente al mercato retail di Germania o Regno Unito con procedure di autorizzazione semplificate e con prodotti di investimento costruiti con i requisiti normativi svizzeri.
    In pratica la Svizzera non ha più tanto interesse a proteggere i capitali dalle imposte altrui, se può comunque continuare ad essere attrattiva puntando sul grado di efficienza dei propri servizi, sulla certezza del diritto, sulla stabilità della moneta, oltre che sulla garanzia di un segreto bancario che tutela la sfera privata.
    Per i consumatori italiani, invece, ci sarebbe positiva concorrenza ma se si parla di banche o carburanti Monti non è solerte come contro i taxisti.

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