Suggerimenti:

Per ingrandire un'immagine è sufficiente fare clic col tasto sinistro su di essa.
Per aggiungere un commento bisogna andare in fondo all'articolo e cliccare su "commenti".


venerdì 20 settembre 2013

Ciao, vecchio pepe

Ieri un anonimo ha scritto il seguente commento che ritengo meriti di essere pubblicato integralmente come post:

E’ al capezzale del defunto, si legge in “Così è la vita”, che spesso capita che un’inaspettata corrente di emozioni sintonizzi tra loro persone che magari nemmeno si conoscono.
La prematura dipartita di un vecchio concittadino, il secolare pepe della piazza, vigliaccamente “giustiziato” in tutta fretta, e alla chetichella, come è ormai consolidata pratica d’uso, offre quest’occasione, oltre all’esca dell’indignazione. Credere che quest’ultima, infatti, risulti di una qualche utilità è ingenuo, come un insulto all’intelligenza immaginarci cretini a tal punto da bere senza fiatare la tesi congiunta di pericolosità ed emergenza: tali da escludere scelte più ragionate, con il coinvolgimento di una cittadinanza informata.Le minime conseguenze di una protesta tardiva invece potrebbero senz’altro essere state preventivate, e presumibilmente saranno smaltite senza troppi patemi d’animo.
Quindi, tanto vale essere costruttivi. Inoculando, per quel che mi riguarda, omeopatiche dosi di cinismo ai miei figli addolorati. Così è la vita.
Contemporaneamente però provo sollievo nel vedere che, nonostante tanti cattivi maestri e il brodo di inciviltà militante in cui sono immersi, i miei ragazzi, (e spero anche qualcun altro), sono ancora capaci di soffrire per lo scempio di un vecchio, nobile albero, testimonianza storica ben più viva e preziosa, ad esempio, di vecchie botteghe da mettere in mostra.
Nella speranza di renderli poco a poco vigili, capaci di partecipare, diffidare, sorvegliando l’operato di chi abbiamo delegato all’amministrazione del paese, senza aver loro accordato per questo carta bianca. Ciao ,vecchio pepe.

9 commenti:

  1. Incompetenti, quelli che avrebbero dovuto accudirlo invece di portarlo alla morte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo del 20 settembre 23:21

      L'albero non ha le badanti comunali;forse ci voleva un intervento di qualche associazione locale supportata da un agronomo o da un responsabile dei parchi e giardini del Comune di Genova.

      Elimina
  2. sono d'accordo con lei ,non accorgersi che "l'albero "della piazza era malato e poteva essere curato, non lo concepisco,tanto più che viviamo in un Paese che si dichiara Ecologista. ciao vecchio pepe

    RispondiElimina
  3. sono d'accordo con lei ,non accorgersi che "l'albero "della piazza era malato e poteva essere curato, non lo concepisco,tanto più che viviamo in un Paese che si dichiara Ecologista. ciao vecchio pepe

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo del 22 settembre 2013 13,26

      Ed allora alla prossima festa degli alberi cerchiamo di piantare un albero della stessa specie botanica ma piu' giovane

      Elimina
    2. Anonimi vari del 22 settembre-Albero del pepe

      Nell'antica Roma c'era un comportamento standard che portava a dire:

      de minimis non curat praetor

      Qui abbiamo un Sindaco-Parlamentare che pubblica in bacheca una pagina su un albero che piaccia o meno era giunto a fine vita e che doveva essere abbattuto per evitare che qualche passante finisse all'ospedale.Non c'e' da giustificare una decisione del genere e se c'e' il solito raccoglitore di firme,che le raccolga e che si diverta visto che si accontenta di poco.

      Elimina
  4. I due importanti concetti di arredo urbano e bene pubblico non sono mai stati accettati completamente dall'amministrazione comunale di Bogliasco. Per il primo vedi, come primo esempio, il verde pubblico che, oltre ad essere lasciato a se stesso, diminuisce velocemente: in ultimo il taglio frettoloso e sospetto del secolare pepe della piazza. Gli ammalati si prova a curarli, magari con potature o ancoraggi provvisori per vedere il decorso dell'instabilità, considerando che quella pianta apparteneva ormai a pieno titolo al “logo” di Bogliasco, in termini di moda al suo sky-line. Per il secondo concetto, quello di bene pubblico, basta considerare le sale Bozzo e Ferrari. Bogliasco ha la fortuna di avere due spazi pubblici di pregio che non hanno manco cittadine molto più grandi come Recco e li lascia in un progressivo degrado. In sala Bozzo piove da tempo, i bagni riversano acqua sul pavimento, i gradini sono rotti, l'intonaco esterno ha vistosi buchi, le aiuole della scalinata sono in un totale abbandono e l'Unitre di Bogliasco che voleva “adottarle” per ripristinarle, non può farlo perché il Comune non e' manco in grado di mettere in sicurezza i muretti interni alle aiuole (nonostante i ripetuti solleciti). Dicono che non ci sono i soldi, il che un po' e' vero e un po e' una foglia di fico: dove si vuole i soldi si trovano, vedi festa patronale e contributi alla piscina.
    Quanto sopra come critica costruttiva all'amministrazione comunale di Bogliasco che spero l'accolga come tale.

    RispondiElimina
  5. Anonimo del 22 settembre 2013 15:43

    Tutto e' effimero come le notizie sui media ed ecco che dopo dieci giorni ci si e' dimenticati dell'albero del pepe e ci sono i soliti professionisti della raccolta firme che gia' si occupano di un nuovo progetto di box auto.
    Evidentemente ci sono persone con problemi psicologici e pensano di diventare dei capipopolo con quattro fogli di carta;ma perché non intervengono i VERDI ?Ma basta con questi comitati della mutua!

    RispondiElimina