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domenica 2 maggio 2010

Anniversario

Due anni fa, poco prima di arrivare allo spartiacque del metà mandato, il sindaco di Bogliasco Pastorino ha avuto il suo momento decisivo, quello che lo avrebbe potuto far diventare un amministratore da ricordare nel tempo o un mediocre flop.


Il Sindaco aveva scommesso tutto sul mega progetto da 24 milioni di euro destinato a cambiare (o stravolgere) il volto di Bogliasco e che prevedeva la chiusura dei passaggi a livello e la costruzione di una piscina e di un palazzo dello sport nuovi ubicati nei pressi dei campi sportivi (non si sa dove avrebbero giocato, in attesa del completamento del progetto, le squadre di serie A della Rari Nantes e, soprattutto, le decine di ragazzi e ragazze delle giovanili), ma anche un albergo, abitazioni, un centro commerciale e artigianale e principalmente una strada di cornice parallela alla via Aurelia fra via Marconi e via Cavour, parzialmente realizzata con un tunnel, a parere di molti devastante per Bogliasco.

http://www.comune.bogliasco.ge.it/bg/files/LINEE_GUIDA_project_financing_bogliasco_2007.pdf

Proprio per l’importanza che il progetto aveva assunto per il suo prestigio personale, Pastorino aveva ignorato le proteste vibranti da parte dei nostri concittadini (erano state raccolte oltre seicento firme da parte del comitato “Aria Pulita”) anzi, durante la tardiva Assemblea pubblica aveva cercato di mettere in ridicolo il loro portavoce e aveva dichiarato di “voler lasciare un segno” (o uno sfregio?).

Per sua sfortuna (ma probabilmente per fortuna di chi vuole bene a Bogliasco) l’Autorità dei lavori pubblici bocciò clamorosamente il progetto.

In più non mancarono le critiche per i 50 mila e più euro di denaro pubblico sprecati per fare i carotaggi (controlli geostatici) del terreno interessato al progetto.

Una descrizione dettagliata dell’intera storia può essere letta nell’articolo pubblicato il 22 aprile 2008 su “Il Giornale” a firma Franco Crosiglia.

http://www.ilgiornale.it/genova/bogliasco_pastorino_resa_conti/22-04-2008/articolo-id=256641-page=0-comments=1

La «debacle» per Bogliasco si è consumata in due atti, e un epilogo. Dopo la secca bocciatura dello scorso 16 gennaio da parte della Rete ferroviaria italiana del programma viario elaborato dall'amministrazione di centrosinistra che avrebbe dovuto portare all'eliminazione dei passaggi a livello, venerdì sera, in consiglio comunale, è finito in cantina anche il mega progetto di project financing bocciato direttamente dall'Autorità dei lavori pubblici. Un progetto del valore di 24 milioni di euro che prevedeva piscina, autosilo, palazzetto dello sport, centro polivalente e albergo. Finale: esultano i membri del comitato «Aria pulita» che si erano fin da subito opposti alle due bretelle stradali che dovevano passare a pochi metri dagli edifici di via Marconi e via Cavour. Esulta anche il movimento del no alla cementificazione selvaggia mentre per il sindaco Luca Pastorino e per la sua giunta si profila un clima da resa dei conti. Non solo per come è stato sostenuto l'intero pacchetto di opere contro l'opposizione dei 600 firmatari del comitato. Ma anche per il modo in cui è naufragato l'intero programma.
«Elevato impatto ambientale e urbano», «elevato rischio di contenziosi», «risarcimenti elevati per l'acquisizione delle aree», sono alla base del no opposto da Rfi che al danno aggiunge la beffa dichiarandosi sempre disponibile a realizzare «le opere precedentemente concordate» con l'amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Pietro Canepa.
Sulla bocciatura del project financing, venerdì Pastorino ha cercato di smarcarsi tra dettagli tecnici spiegando che le proposte di realizzazione delle opere pervenute (il 30 giugno 2007) dalle imprese Codelfa e Trident immobiliare dovevano ritenersi inammissibili in quando difformi alle linee guida fissate dal Comune. 10 mesi per dichiarare che i progetti sono difformi. Non tornano i conti all'opposizione che chiede «come mai la Commissione istituita dal Comune non ha respinto al mittente da subito le proposte» (Serafino Fracas) e soprattutto come sia possibile che ditte del calibro della Codelfa e della Trident abbiano rischiato presentando proposte difformi. Tra le difformità compaiono diversi edifici residenziali. Un intrigo lungo un anno con parte dei cittadini (e il comitato guidato da Enrico Pisano) che accusa l'amministrazione di voler costruire dei palazzi, il sindaco che nega, mentre le due imprese che rispondono al project financing promosso dal Comune inseriscono gli edifici nel progetto rischiando (come poi avviene) di venire escluse. Imprudenza, leggerezza, o «si può ipotizzare che le stesse abbiano avuto delle garanzie in tal senso?», attacca Federico Fossa (Pdl). E poi ci sono «i 70mila euro spesi inutilmente per fare indagini geologiche», sottolinea Fracas che si trova da lì a poco al centro di un'altra vicende comunale: la commissione ambiente e territorio di cui Fracas fa parte. Commissione che non è mai stata interpellata dal sindaco «nonostante il fatto che guidi un'amministrazione di centrosinistra che si dichiara sensibile ai temi dell'ambiente», spiega Fracas.
La replica del sindaco è una bomba contro Fracas: «la commissione ha perso interesse da parte del sindaco per l'atteggiamento di un membro della commissione (Fracas, ndr) orientato a sostituirsi all'amministrazione». Parole alle quali il consigliere di opposizione si dimette seduta stante dalla commissione. L'imprevisto: Paolo De Grossi, presidente della commissione ambiente seduto tra le file della maggioranza, chiede la parola. Pastorino lo ammonisce, anzi lo fulmina con lo sguardo. Ma lui: «la commissione si è riunita 10 volte, e in mancanza di indicazioni da parte del sindaco abbiamo fatto un lavoro propedeutico. Mi aspettavo che a un certo punto il sindaco ci avrebbe interpellato, ma non lo ha mai fatto. Se in futuro si farà diversamente, bene. Altrimenti sarò io il primo a rassegnare le dimissioni. E si chiuderà baracca e burattini». Terzo e ultimo atto?

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